Chi ha detto
CHE DURANTE LA MALATTIA
NON CI SI DEVE DIVERTIRE?
Benvenuti
NOI ABBIAMO INVENTATO UNA FORMULA MAGICA
Tutto è nato per caso.
La casa è stata ristrutturata ed è pronta all’uso, basta solo portare i bambini e possiamo cominciare con le feste. Invece no, bisogna prima strutturarsi,
decidere cosa si vuole essere. Noi abbiamo deciso che il volontariato è la nostra missione, che l’interesse di pochi o di molti, non sarà mai messo
davanti ai bisogni dei bambini malati oncologici e all’ora è nata l’Organizzazione di volontariato.
Ecco, quanto ci divertiamo!
Il gioco è il ‘mestiere’ dei bambini ed è l’attività che più di tutte contribuisce al loro sviluppo psicofisico.
È un comportamento innato, è il loro linguaggio. È essenziale allo sviluppo di competenze, insegna loro a creare e mantenere le relazioni.
È il contesto in cui esercitano la capacità di dare un senso al mondo, sperimentare se stessi, creare mondi, risolvere problemi, sperimentare l’inclusione.
Ma qual è il gioco ‘giusto’? Deve essere ‘attivo’, aggettivo fondamentale che esclude tutto quello che è stare fermi davanti ad uno schermo, isolati.
Il gioco attivo prevede interazione con altri bambini o con i le volontarie, si nutre del ‘facciamo finta che’, vuole aria aperta e strumenti semplici o
anche immaginari, per esercitare quello che viene chiamato ‘gioco simbolico’.
Negli anni precedenti ai nostri, il movimento aveva le ginocchia sbucciate, le crosticine erano come i gradi sulla divisa, più ne avevi più eri fico.
Dopo i compiti i bambini di ogni età si riunivano: i più grandi guardavano e badavano ai più piccoli. Ci si divideva in gruppi, ognuno portava
qualcosa: bambole, pattini, racchette da tennis, biciclette, gessetti per interminabili sfide a campana.
LA VITA TI PORTA
IN LUOGHI INASPETTATI
L’AMORE TI PORTA A CASA DI JOY
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