Fonte mamma Amalia
L’ALBERO DI NATALE
Un pensiero che da quando ho perso mio figlio non mi da più gioia.
Come se tutte le luci si fossero spente e camminassi al buio, pure a casa mia.
Come si può sopportare tutto questo clamore del Natale, tutta questa gente allegra , gioiosa ,come si può, a me fa male, come essere felice se io sto piangendo perché nella nostra famiglia c’è un posto vuoto?
La gente… non può sapere, la vita scorre sempre incessante e le lacrime della mia famiglia restano nel privato della nostra casa . Quest’anno, Dario si è fatto coraggio e mi ha chiesto: “Mamma facciamo l’albero grande? Non come l’anno scorso …” e ancora “ io non capisco perché non si festeggia più nulla.E’ vero Ale non c’è più , ma io sono vivo , non conto nulla? , io voglio risentire l’atmosfera di prima, quando con Ale litigavamo per chi dovesse decidere dove mettere le palline, aspettare i regali dei nostri compleanni e di Natale!
Io ci sono !”.
Non riesco a spiegare cosa ho provato non ho potuto dirgli di quanto fosse difficile per me…. di quanto quell’atto così normale in questo periodo per me fosse sofferenza …Non è stato facile, ma mi sono sentita scossa e mi sono svegliata, ho ricacciato indietro l’angoscia che mi si accumula alla gola e cerco di convincermi che si, è un Natale diverso, ma pur sempre un Natale! Ma allora è tutto finito? Assolutamente no!Ma anche l’anima, come ogni casa che si rispetti ha una cantina., dove rinchiudiamo tutte le cose che ci disturbano, quelle che ci fanno soffrire e anche i nostri sentimenti, quelli più scomodi da gestire: la rabbia innanzitutto, il risentimento verso una vita che a nostro parere è stata ingiusta e con essi anche gli oggetti, quelli che da quel giorno mai più vorremmo che si presentassero ai nostri occhi. Tra questi oggetti c’è anche quell’albero di Natale che una volta non vedevamo l’ora di riportare su e addobbarlo. Ebbene è arrivato il momento che mi faccia coraggio e dopo aver visitato il ripostiglio della mia anima, sono scesa in garage dove quell’albero reclama di essere riabilitato, usato e illuminato, quello di quando eravamo tutti, anche Ale….Nel pomeriggio, mentre Dario non c’era ho ridato vita al nostro albero …. e al suo rientro ho visto il suo viso che si è illuminato per l’emozione… e ho visto tutto l’amore di Ale che a nessun costo ci potrà mai abbandonare.