– Defiliazione –
la parola che definisce un dolore lacerante, la perdita di un figlio.
Quell’evento innaturale che mai è stato definito se non in antiche definizioni.
Nessuno mai ha sentito il bisogno di istituire una giornata da dedicare ai genitori sopravvissuti.
Eppure non sono pochi coloro che si chiudono in un dolore spesso muto, denso di malinconia e un senso di vuoto impronunciabile.
La Casa Di Joy che conosce bene questo argomento, ha deciso di istituire questo giorno,
il 29 Dicembre, un giorno di mezzo fra Natale e Capodanno, quando la felicità delle vacanze pervade tutte le case,
tutte tranne quelle che sopravvivono a una sedia vuota a tavola.
Un Vuoto che anno dopo anno cresce e non è vero che il tempo allevia il dolore, il tempo aggiunge un giorno
in più alla mancanza, a come sarebbe stato, a quale desiderio avrebbe espresso.
Il 29 Dicembre è il giorno dedicato al dolore malinconico della perdita di un affetto insostituibile.
In altri tempi, oggi sarebbe stata una giornata fuori porta,
fatta di immagini al telegiornale di spiagge, di code in autostrada, di pic-nic in montagna.
Invece il 1° Maggio 2020 sarà ricordato come la festa mancata.
Ma il pensiero come sempre
va a chi comunque
non avrebbe festeggiato.
Ai bambini ricoverati in ospedale, ai piccoli esseri sopraffatti
dalla malattia, sofferenti,
arrabbiati, scontrosi,
scostanti, intrattabili.
Questi dolci fanciulli non hanno scelto di ammalarsi, non hanno avuto voce nell’essere rinchiusi in una stanza
e non poter godere dei raggi del sole che bacia loro il viso.
Subiscono le terapie, le trasfusioni, gli interventi e non ne possono più!
Questi bambini erano come gli altri, sono nati sani e vogliono ritornare come prima!!!
Amano giocare con i loro simili e cercano l’amicizia, l’aggregazione, odiano stare soli
ed è per questo che i laboratori e le feste della Casa di Joy sono sempre così numerose,
perchè si dà spazio alla felicità, ai sogni, si aiuta chi è in difficoltà e lo si mette a suo agio…
la chiave è rendere lieve almeno un giorno della malattia.
Ma la malattia non è fatta solo di bambini, è fatta anche di genitori disperati , angosciati, amareggiati,
fratelli e sorelle messi da parte per focalizzarsi sulla
“GRANDE PAURA”.